24.8.05

PIERROT E IL BONDAGE





















(Tratto da: La Cura per Ogni Male)

Sono vestito di gran classe. Lo stesso abito gessato con gilet di raso nero che indosso quando vado a comprarmi le scorte di Tavor Ultra, Norizan e Ansiolin XP dal Marchese, il vecchio pusher di psicofarmaci che da giovane è stato il farmacista privato di Eva Braun.
Novantanove anni ma non li dimostra. La prova vivente che la chimica fa bene.
Infatti, nonostante la mia necessità di morire, ho scelto di non suicidarmi con la chimica, cui devo davvero molto. Per me la chimica è vita, è lo star bene, il governare le proprie emozioni. Selezionarle, interromperle, accenderle a comando. Per me la chimica è vita, non potrei mai utilizzarla per la morte. Ho una mia etica, cazzo.
Mostro il pass biologico alle due sexy sorelline orientali e i loro sorrisi palindromi mi invitano ad entrare. Naturalmente il pass non era mio, mi era stato procurato dal Console che ho votato e stravotato per anni al parlamento delle Democrazie Centrali. Votato e stravotato senza avere ottenuto da lui niente più che qualche stupido pass come questo. Pazienza.
All’interno, tra le lucide pareti di marmo nero, si stagliano tre splendide ragazze vestite con un abitino di pvc bianco, calze a rete bianche trenta denari e stivali bianchi di cui il destro con il rosso logo dell’Hospital. Cuffiette da infermiere e splendidi sorrisi palindromi.
- Salve e benvenuto nel Love Hospital dove c’è una cura per ogni male. Siamo Karen e Simonella dell’Ufficio Accettazione. Ufficio Accettazione: dai clienti accettiamo di tutto. Dal suo pass credo che lei meriti una delle nostre suite, ma sono disponibili anche camere doppie o un posto in camerata.
- Una bella suite. Si, vorrei alloggiare proprio in una bella suite.
- Perfetto, per il pagamento del ticket si rivolga a noi quando verrà dimesso.
- …e grazie per avere scelto Love Hospital!
Estraggo la mia Carta Clienti d’Identità e mi addebitano l’ingresso.
Una delle tre infermierine alza con leggiadrìa un braccio per indicare un corridoio sul cui ingresso c’è un’insegna al neon: Hospital suites/single rooms.
Non devo lasciare Bios a nessuno. Voglio spendere tutto ciò che mi rimane ma devo stare attento a farmi bastare i soldi per il suicidio.
La porta a vetri automatica con il logo scompare rapidamente da un lato per lasciarmi entrare nella zona suites. Mi inoltro in un breve corridoio, come un piccolo tunnel, senza angoli retti, con sette stanze numerate. Musica jungle viene filodiffusa da una miriade di piccoli altoparlanti rotondi. Nella parete in fondo, si succedono rapidamente proiezioni di ogni tipo di strumenti medici, dallo stetoscopio al forcipe, dal bisturi al clistere. L’unica stanza aperta è la tre. Un alto angelo bruno mi affianca silenziosamente.
- Benvenuto, Cosimo. Io sono Leila. Vieni, permettimi di farti strada.
Camicetta senza maniche stretta stretta in latex bianco, aperta su un ricco petto e una fascia rossa su un braccio con una grossa H bianca. Non avevo fatto ancora in tempo a completare una sola sinapsi che già quel posto mi pareva il paradiso.
La mia stanza era piccola e di forma sferica con un bellissimo letto in plexiglas carezzato da coperte di lino nere su cui era stampato il logo dell’Hospital. La mia amorevole infermiera mi invita cortesemente ad accomodarmi sotto le coperte. Lo schienale era rialzato. Mi sistemo e ammiro davanti al letto un ampio monitor Lcd che proietta un nitido e colorato film pornografico. Il letto ha un bracciolo con sei tasti rossi.
- Ora ti spiego, stellina. Se premi il tasto con scritto tv, cambia la proiezione. Prova.
Schiaccio e sullo schermo appare una tipa che si dimena mentre viene legata molto stretta e tutta nuda da un cowboy, che la sprofonda nel pagliaio di una stalla. Le ruvide corde le mordevano le morbide carni rosa. Premo di nuovo e vedo due uomini muscolosi, di cui uno eccessivamente sudato, che mordicchiano i capezzoli di un terzo uomo con gli occhi rigirati nell’estasi e il corpo sbattuto contro gli armadietti metallici di una specie di spogliatoio[1]. Schiaccio di nuovo e compare un giovane con una sottilissima cresta da mohicano che passa la lingua molto lentamente tra le piccole ditine bianche del piede di una ragazza giapponese adulta ma vestita da collegiale. Lascio qui.
- Ottima scelta, cucciolo. Il pulsante con forchetta e coltello serve ad attivare il proiettore olografico con il menù completo dell’Hospital. Tocca le pagine olografiche e vedrai che si sfoglieranno per te. Quando hai finito di selezionare, premi ordina. La tua ordinazione verrà istantaneamente trasmessa ai nostri terminali e ti soddisferemo in pochi minuti. Il pulsante con la croce è per chiamare me o un’altra infermiera per eventuali suggerimenti sul menù. L’ultimo pulsante è per regolare lo schienale e l’intera struttura del letto. Adattabile ad ogni tipo di posizione sessuale. A dopo, tesoro.
Si allontana sculettando in modo altamente professionale.
Incantato ma anche un po’ imbarazzato, solo dopo molti minuti trovo il coraggio di schiacciare il bottone con forchetta e coltello. Una decina di piccole luci si accendono intorno a me e i raggi incrociati di questi microproiettori materializzarono, a dieci centimetri d’altezza dalla mia pancia e a venti dai miei occhi, un menù di tutto rispetto.
Copertina bianca con sul dorso la croce rossa con il cuoricino. Un bel volumetto virtuale da sfogliare con un tocco del mio dito.
· Menu/Parte prima/Farmacoterapia.
Di seguito scorre un lungo ed articolato elenco di cocktail: duecento, anche di più. Molti con nomi bizzarri, legati ai farmaci. Venivano serviti in fiale o in boccette come quelle degli sciroppi. Una fialetta di rhum e pera costava tre bios, ma già una fiala di Havana Club ne costava ben sette, poi c’erano le pillole alimentari, da quelle al gusto alsaziani e pistacchi, tanto per stuzzicare, a compresse di arrosticino di pecora, capsule di bistecca ai ferri, pastiglie di pecorino di Atri, granulato di vitello alla brace oppure – per chi voleva – pasti completi vegetariani. Mi accontentai di una boccetta di gocce di brandy. Da piccolo, ti ricordi mamma, mi facevi sempre quel dolcino inzuppato di brandy quando mi sentivo un po’ giù, per farmi tornare il buonumore. Ora però sono cresciuto, e per sicurezza quando mi sento giù insieme al dolcino al brandy mi butto in gola anche un flaconcino di Mogadon 3000 e una mezza tavoletta di Sobril.
Era l’una e mezza e non avevo ancora cenato, quindi ordinai anche un bel blister di capsule all’antipasto misto, sperando fosse compreso anche il prosciutto e melone. Un tubetto di Viagra alla menta era incluso nel coperto.
· Menu/Parte seconda/Terapia.
Pagina 1 di 6. Etnie disponibili oggi:
Nordeuropea, europea orientale, orientale-nipponica, orientale-cinese, maghrebino, ariano europa centrale, africa subsahariana, lappone (solo su prenotazione), latino-americana, rom/sinthi, africa coloniale, irlandese.
Incrocio etnico del mese:
75% dominicana 25% ucraina
Pagina 2 di 6. Orientamento sessuale.
Etero/m, etero/f, bisex/m; bisex/f, trans operato (minimo due persone), trans no-op, lesbica, lesbica inversa, lesbica trav, gay, gay trav.
Pagina 3 di 6. Ruolo.
Infermiera sadica, infermiera amorevole, dottore superdotato, poliziotta, collegiale, cameriera, marine, marinaio, scimmione peloso, maiale umanoide, terrorista arabo, sceicco ubriaco, console degli Usa, nobildonna vittoriana, punk-rocker, dark lady, skinhead, ballerina di rock’n’roll anni ’50, operaio, idraulico, redneck della Louisiana, geisha, necromante, anoressica damigella in pericolo, cavaliere in cotta di maglia, uomo d’affari, segretaria, donna sovrappeso in carriera, samurai, barbone, prostituta, maestrina, ufficiale nazista, interrogatrice del Kgb, sexy cyborg, cavallerizza, Alien, Lupo Alberto, Ronald Mc Donald.
Pagina 4 di 6. Età.
Personalmente preferisco la donna matura, alla quale non devi spiegare nulla, anzi. Purtroppo non tutti la pensano così. Anzi.
Pagina 5 di 6. Pratiche sessuali disponibili oggi.
Missionario & pratiche occidentali, kamasutra (aprire sottomenu), oral, anal, bondage, foot worship, gang bang (minimo 5 persone), teasing & denial, lesbian, gay, fisting, voyeurism, bdsm (aprire sottomenu), trampling, facesitting, cumshots (specificare zona del corpo), pissing, scat & watersports, animal (maggiorazione - vedere listino accessori), rape, nude wrestling, pony-play, toys.
Pagina 6 di 6. Ambientazione olografica.
Ospedale, prigione, fienile di campagna, cottage con camino, sedili utilitaria, sedili Rolls Royce, dungeon medioevale, cinema, palcoscenico della Scala, bagno del liceo scientifico, ascensore, pavimento (legno/pietra/parquet/moquette/magazzino) sala da biliardo, caserma, spogliatoio squadra di rugby, tramonto sul mare, autobus affollatissimo, negozio di scarpe, luogo di culto (chiesa cristiana, luterana, presbiteriana, thelemiana, ortodossa, satanista, circolo di dolmen, area totemica) bunker di Hitler, ultimo piano Torre Eiffel, capanna etnia bantù, monastero Dalai Lama, piazza Tien-an-Men, villa di Arcore, mensa della Fiat, cucina di un Mc Donald’s.
Purtroppo tra le mille opzioni non c’era quella di morire. Devo riuscire a ordinare questo Pierrot. So che è un trans, viene dall’est europa e lavora come dominatrice. Digito questo e quest’ altro e poi incrocio le dita.
Centinaia e centinaia di piccole luci dai microproiettori olografici iniziano ad accendersi a due a due nella mia stanza. Fasci di colori inondano tutto incrociandosi fino a travestire con ologrammi ultradefiniti ogni oggetto intorno a me.
Ora poggio su un traballante tavolo medievale di un mogano molto scuro coperto non più dall’esile lino bianco dell’ospedale ma da una spessa e ruvida stuoia di pelle di qualche bestia a me sconosciuta. La stanza adesso mi appare enorme, edificata con solide lastre di pietra da taglio. Ne avverto persino l’umidità. Il pavimento a mosaico è un assemblato di piccoli elementi tra cui frammenti di marmo, pietra, ceramica e quant’altro, perfettamente spianato e con delle tessere rosse a formare sul pavimento il logo dell’Hospital. Sulla parete di fronte a me, apparentemente profonda il doppio di quanto lo era prima, al posto dello schermo sono incastonati nella pietra grossi anelli di ferro battuto. Dall’alto e buio soffitto oscilla, tintinnando, una lunga catena di robusti anelli, che reggono una gabbia di metallo abbastanza ampia da contenere un paio di uomini, con all’interno una pila di copie di The Economist che però sfrigolano e si dissolvono subito in un effetto neve: un piccolo bug nel software dell’oloproiettore. C’è del sangue rappreso sul fianco di una grossa cisterna piovana in legno, parecchio lontano da me e il pavimento è sporco, con residui di pane e di ossicini rosicchiati che conducono fino ad un piccolo e freddo camino, spento e senza legna, la cui mensola è retta da due poppute cariatidi simili a quelle del trono di Nkrumah.
( Continua... )

[1] L’uomo dagli occhi rigirati, Giordano Nazarenson, prima di approdare al ricco mercato del porno era già celebre per essere l’ultimo discendente di una famiglia di folli contadini delle paludi della Lousiana. Convinti di essere i discendenti diretti di Gesù, a loro avviso nato in un fienile di Redneck Creek, hanno praticato rapporti sessuali solo tra consanguinei per generazioni per mantenere vivo nei loro figli il sangue del capostipite.

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